Sofia e le tracce di un passato comunista
Sofia è una città stratificata. Dietro i viali alberati e le chiese ortodosse, tra i mercati e le caffetterie in stile europeo, restano i segni di un’epoca che ancora divide la memoria collettiva: il passato comunista.
Il Palazzo della Cultura e l’architettura del potere
Il primo impatto con la Sofia socialista avviene davanti al Palazzo Nazionale della Cultura (NDK). Enorme, simmetrico, costruito per impressionare più che per accogliere. Fu inaugurato nel 1981, in pieno regime, per celebrare il 1300º anniversario della Bulgaria. Oggi ospita eventi culturali e congressi, ma la sua architettura imponente racconta ancora l’ambizione di un sistema che voleva lasciare un segno tangibile.
Nei quartieri periferici, come Mladost e Lyulin, i palazzi prefabbricati si susseguono senza interruzione. Grandi blocchi di cemento, finestre ripetute all’infinito. Qui vive ancora gran parte della popolazione, tra balconi chiusi con vetri improvvisati e negozi di alimentari con insegne scolorite.
Il Monumento all’Armata Rossa: tra vandalismo e memoria
Nel cuore di Sofia, un monumento divide l’opinione pubblica: il Monumento all’Armata Rossa. Costruito nel 1954 per celebrare la liberazione della Bulgaria dai nazisti da parte dell’Unione Sovietica, oggi è spesso oggetto di polemiche e di atti di protesta. I volti scolpiti dei soldati sovietici sono stati più volte ridipinti da artisti di strada: trasformati in supereroi americani, in icone pop, in figure grottesche. Un simbolo che continua a mutare, specchio di un’identità nazionale ancora in evoluzione.
Il Museo d’Arte Socialista: frammenti di un’ideologia
Nel Museo d’Arte Socialista, ai margini della città, si trovano le statue rimosse dopo la caduta del regime. Qui è conservata la testa gigante di Lenin, smontata dalla sua posizione originaria nel 1991. Camminare tra questi frammenti è come attraversare un cimitero di idee: figure eroiche, pugni alzati, operai e contadini con lo sguardo fiero. Simboli di un’epoca che alcuni vogliono dimenticare e altri rimpiangono.
Oltre il passato
Sofia è oggi una città in trasformazione. I giovani affollano i locali alternativi di quartieri come Lozenets e Oborishte, dove i muri un tempo grigi si riempiono di murales colorati. Il passato comunista non è sparito, ma è diventato uno sfondo su cui si proietta un futuro diverso, fatto di contrasti, domande irrisolte e una nuova identità in costruzione.